Un famoso traduttologo e interprete sostiene che gli interpreti debbano imparare a "ascoltare con gli occhi e parlare con le orecchie", ma cosa intende dire con questo? Il linguaggio non verbale varia da da cultura a cultura e l'interprete deve essere consapevole delle differenze . Molti gesti sono usati universalmente ma veicolano significati diversi; ad esempio, il gesto di mostrare la lingua all'interlocutore per noi italiani equivale "a fare la linguaccia" . Se lo fa un bambino lo consideriamo maleducato o nel migliore dei casi lo valutiamo come il gesto di un simpatico birbone mentre se a farlo è un adulto lo consideriamo "esuberante" o "infantile" o peggio : "fuori di testa" . Il medesimo gesto in Tibet serve ad esprimere cortesia nei confronti dell'interlocutore, in Cina è usato per esprimere turbamento, mentre in Polinesia è utilizzato per dissentire dall'interlocutore . Mi sono soffermata a riflettere e a rilevare la massiccia presenza di nomenclatura anatomica nelle espressioni figurate presenti nella nostra lingua . Un esempio pratico : le spalle. Alzare le spalle, fare spallucce , assalire alle spalle, pugnalare alle spalle, colpire alle spalle, prendere alle spalle ,avere la testa sulle spalle, mantenere la testa sulle spalle, avere le spalle grosse, avere le spalle forti, avere le spalle larghe, avere buone spalle, avere le spalle quadre , trovarsi/essere/mettere con le spalle al muro, parlare/agire/ dietro le spalle , ridere alle spalle, essere di spalla tonda, fare da spalla , gettare/mettere/caricare sulle spalle, gettarsi/buttarsi dietro le spalle, gravare le spalle,guardarsi/proteggersi le spalle,lavorare di spalle,spolverare le spalle, vivere alle spalle di qualcuno, voltare/girare/volgere le spalle. "Studi recenti hanno insistito sulla centralità semiotica del vocabolario anatomico umano . Il corpo rappresenta infatti una realtà di comune percezione, organizzata secondo principi strutturali universali. L’unità corporea può dunque costituire un insieme di nozioni delle quali l’uomo si serve per definire e organizzare il mondo che lo circonda" . (2) Oltre ad interpretare correttamente il significato sotteso alla gestualità dell'oratore in base alla sua cultura di provenienza, l'interprete deve anche essere consapevole dei messaggi non verbali che egli stesso veicola durante il processo interpretativo. Mi concedo una riflessione finale. Vi siete mai chiesti quante cose un interprete è tenuto a sapere, a capire e a considerare durante il suo lavoro e quanto studio, approfondimenti, esercitazioni ed esperienze di lavoro sono necessari prima di maturare una piena professionalità ? Rigirerei volentieri la domanda a quanti "strabuzzano gli occhi" alla vista dell' onorario richiesto per un servizio di interpretariato. In questo specifico caso non serve un interprete, né un coltissimo studioso di lessicologia anatomica e nemmeno un complicato processo di mediazione interculturale per dedurre il senso sotteso alla contrazione contemporanea di entrambi i muscoli orbicolari oculari provocata dalla visualizzazione delle tariffe. Note (1) http://www.bootheando.com/2014/03/20/un-gesto-vale-mas-que-mil-palabras-o-casi/ (2) "Il corpo nel lessico" (www.treccani.it/enciclopedia/parti-del-corpo_(Enciclopedia-dell'Italiano)
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