Un gesto vale più di mille parole ... se sei capace di interpretarlo correttamente. C'è chi sostiene che gli interpreti debbano imparare ad "ascoltare con gli occhi e parlare con le orecchie"...ma cosa si intende dire con questo? Il linguaggio non verbale varia da cultura a cultura e l'interprete deve essere consapevole delle differenze. Molti gesti sono usati universalmente ma veicolano significati diversi. Ad esempio, il gesto di mostrare la lingua all'interlocutore per noi italiani equivale "a fare la linguaccia". Se lo fa un bambino lo consideriamo maleducato o nel migliore dei casi lo valutiamo come il gesto di un simpatico birbone mentre se a farlo è un adulto lo consideriamo "esuberante" o "infantile" o peggio "fuori di testa". Il medesimo gesto in Tibet serve ad esprimere cortesia nei confronti dell'interlocutore, in Cina è usato per esprimere turbamento, mentre in Polinesia è utilizzato per dissentire dall'interlocutore.
Se ci soffermiamo a riflettere sulla massiccia presenza di nomenclatura anatomica nelle espressioni figurate presenti nella nostra lingua, si può capire l'enorme potenziale del linguaggio del corpo. Un esempio pratico: le spalle!
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