La Giornata Mondiale della Traduzione si tiene il 30 settembre perché è la festa di San Girolamo, considerato il primo traduttore della storia! Sofronio Eusebio Girolamo era un erudito monaco cristiano romano, studiò l’antico testamento della Bibbia in greco per poi tradurla in latino. Sebbene appassionato e profondo conoscitore del greco, non aveva familiarità con la lingua ebraica, per cui si trasferì a Betlemme per poter dedicarsi alla traduzione della Bibbia in maniera ottimale. Fu papa Damaso I (37° papa della Chiesa cattolica) ad affidargli il compito, un’impresa straordinaria che lo portò a realizzare la sua versione tradotta della Bibbia, conosciuta come la "Vulgata" o “Volgata”, cioè popolare. Essa ha costituito la base per molte successive traduzioni. Il metodo di traduzione usato da San Girolamo fu spiegato da lui stesso:«non rendo la parola con la parola, ma il senso con il senso». Scelse in maniera razionale di non tradurre il testo alla lettera, ma di interpretarne il senso per renderlo quanto più possibile vicino alla lingua ebraica, e fu anche molto criticato per la sua scelta. Questo dilemma attanaglia molto traduttori ancora oggi, in bilico fra la necessità di restare fedeli al testo originale e l’obbligo di usare una lingua che non suoni artificiale alle orecchie del lettore.
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In questo articolo esploriamo in dettaglio le lingue di lavoro e le combinazioni linguistiche dell'interprete. Un professionista di questo settore può lavorare con una lingua straniera, talvolta due, in casi rarissimi, anche più lingue. Esiste un sistema di classificazione A B C per le diverse combinazioni di lingue di lavoro e per poterne parlare in dettaglio iniziamo dalla definizione ufficiale delle lingue di lavoro dell'interprete fornita dall'AIIC, l'Associazione Internazionale degli Interpreti di Conferenza. Lingue di Arrivo: sono le lingue verso le quali l’interprete traduce oralmente, definite LA e LB Lingua A
Lingue di Partenza: sono le lingue dalle quali l’interprete traduce oralmente, definite anche LP Lingua C
Spiegato in modo così schematico appare di semplice comprensione, ma di fatto vige molta confusione che spesso attanaglia persino gli aspiranti interpreti. Il problema nasce dal fatto che esistono molte sfumature tra le lingue appartenenti ai concetti espressi dalle lettere A B C. Andiamo ad analizzarli superando le definizioni ufficiali, guardando l'A B C in tutte le casistiche inerenti la pratica dell’interpretazione. A – La lingua madre Sembrerebbe la parte facile del discorso perché ognuno di noi ha una lingua materna. E se non fosse proprio così! Tante possono essere le eccezioni ... basti pensare al fenomeno del bilinguismo. Uno dei problemi più ricorrenti per molti aspiranti interpreti è la qualità della loro lingua madre che a volte non soddisfa gli standard richiesti per lavorare, spesso riguarda anche interpreti laureati e specializzati che non riescono a superare concorsi nelle varie istituzioni internazionali. Va dunque chiarito il livello qualitativo della lingua A |
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